La violenza è circolare.
Un conflitto può terminare solo se i soggetti coinvolti si pongono come obiettivo il guardare indietro per risolvere e riparare. Se l’aggressione e la vendetta sono viste come l’unico possibile avanzamento, la guerra è destinata a durare, sedimentare e diventare quotidianità.
Noi, in parte distanti, la consumiamo mediaticamente, con qualche sporadica ripercussione. Chi abita nelle zone in cui si combatte, muore. Chi sopravvive, radicalizza la propria posizione ponendo le basi per i prossimi focolai.
Nella Striscia di Gaza succede tutto ciò che non dovrebbe mai accadere. Per questo motivo abbiamo deciso di esprimere il nostro pensiero. Non ci schieriamo, perché la salvezza è nello staccarsi dalle proprie posizioni, qualunque esse siano, per provare a comprendere gli altri. Non vogliamo, però, stare zitti. Siamo in lutto e vogliamo condividere questo sentimento con tutti quelli che provano la stessa impotenza e frustrazione.
Ceasefire now è la speranza.
Revenge is not justice è il pensiero che ci sta dietro.